lunedì 19 novembre 2012

Lock & Stock

Come disse Johann Sebastian, I'm bach.
(Ignorerò i fanculo e gli sticazzi che sento fino a qui.)
Di recente, appena ho finito le tavole di Metallo (quel post là sotto, lo vedi?) mi è capitata per un intero mese quella che definisco una orrenda bonaccia creativa. Una bonaccia creativa è un periodo durante il quale dalla punta della matita escono solo rutti. Rutti stonati pure, nemmeno di quelli che dici ah che liberazione, no, acidi quasi.  (Ci passano tutti, è normale, ma così a lungo non mi era mai capitato, sono andato un pochetto nel panico.)


Per uscirne ho provato a mettermi sotto, poi a ignorarla, poi a esorcizzarmi, poi a drogarmi.
Niente. E le lenzuola sono ancora piene di roba verde.
Dopo il Lucca Comics e un paio di viaggi, però, sento come una nuova linfa scorrermi dentro. Voglia di fare, di disegnare, di raccontare, di ruttare che nemmeno Pavarotti. Soprattutto, non ho più l'impressione che i Kutso mi spiino per scrivere i testi delle loro canzoni.

Insomma, finalmente vedo la luce in fondo al tunnel.
Spero solo non sia un camion.

Due cose da sapere prima di leggere questa stupida striscia (mii, un romanzo per presentare 4 vignette):
• Lock & Stock è un film, che dovresti vedere se non l'hai ancora fatto;
• L'alcol non è la soluzione.




(Tecnicamente, l'alcool è una soluzione.)
Ora, io nemmeno la conosco la chimica, quindi lasciamo stare gli stupidi giochi di parole.
L'alcol non è la risposta.
Ma la domanda.
E la risposta è: sì!
Avevamo detto di lasciarli stare.
Vabbè.

2 commenti:

  1. Mi pare di riconoscere una persona lì in mezzo...

    Per il resto grande film, da vedere assolutamente come gli altri del regista che si chiama nonmiricordoilnomequindicercatevelosugoogle

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perfettamente d'accordo, l'ho dovuto specificare perché sei il primo che conosce il suddetto. Non ne potevo più di "che è Lock & Stock?"

      Elimina

Vuoi commentare? È gratis!